24 febbraio 2011

Bilancio Provinciale: la destra boccia tutti i miglioramenti proposti dal PD.


Allevi va contro il buonsenso, proprio quello che denunciava da consigliere comunale anti Faglia.

Capogruppo PD Domenico Guerriero: “Per ordine del Presidente Allevi la maggioranza sta andando contro il buon senso bocciando, senza neanche leggerle, proposte messe a punto dal Pd nell’interesse della Brianza. La maggioranza ha già bocciato l’istituzione dell’osservatorio sulle politiche sociali, proposte di progetto contro la dispersione scolastica e a sostegno delle famiglie numerose, sostenuti e rilanciati dai consiglieri PD Maria Fiorito e Paolo Pilotto, maggiori finanziamenti all’occupazione e alle crisi aziendali, preparati da Vittorio Arrigoni, maggiore sostegno alle fonti rinnovabili, sostenute dal consigliere Elio Ghioni, settore in cui le imprese brianzole hanno un ruolo di primo piano nel panorama nazionale...CONTINUA
FONTE SITO PD PROVINCIALE - in foto DOMENICO GUERRIERO.

€ 150.000 IL PREZZO PER COMPRARE UN DEPUTATO.


IL DEPUTATO PD BUCCHINO DENUNCIA UN TENTATIVO DI CORRUZIONE.

CASINI:" CONOSCO ALTRI 120 CASI".


ROMA
- Gli avrebbero garantito 150mila euro e la certa rielezione in cambio del salto della staccionata per passare tra i "responsabili" a sostegno della maggioranza. Gino Bucchino, 62 anni, medico, residente in Canada ed eletto nella circoscrizione Nord e Centro America nelle liste del Pd, denuncia il tentativo di corruzione subito in conferenza stampa a Montecitorio. Garante dell'operazione, nelle parole del deputato Pd, il coordinatore Pdl Denis Verdini, che subito dopo la rivelazione nega di aver mai conosciuto Bucchino. Primo, sarcastico commento di Pier Ferdinando Casini: "Perché vi stupite? Se volete vi porto altri 20 di questi esempi". Franceschini: "Bucchino è persona seria e rigorosa. Il suo è un atto di coraggio".


Bucchino rivela di avere ricevuto l'offerta da un giovane aderente a Rifondazione Socialista, che gli avrebbe fatto il nome del coordinatore Pdl Denis Verdini quale referente dell'operazione. Bucchino non fa il nome del latore della proposta, riservandosi di rivelarlo al magistrato in caso di convocazione. Racconta che il giovane lo ha contattato circa tre settimane fa, proponendogli un incontro per sottoporgli un "importante progetto".

"Ci siamo visti il giorno dopo, in piazza San Silvestro - prosegue Bucchino nel suo racconto -. Lui è andato subito al sodo, senza perdersi in troppi giri di parole: 'questo Paese è in difficoltà e, piaccia o meno, può andare avanti solo sotto la guida di Berlusconi. Nel gruppo dei Responsabili c'è bisogno di gente di sinistra, proprio come te, che mantengano le proprie idee e la loro impostazione politica".

Per piegare la sua resistenza morale, il sedicente esponente di Rifondazione Socialista gli avrebbe detto: "Non devi rinunciare alle tue idee. Ma tu nel Pd non hai incarichi particolari... Con noi puoi far sentire la tua voce... Poi ci sarà una distribuzione di incarichi...". A seguire, i 150mila euro come contributo per le spese e l'assicurazione della rielezione. "E chi me lo garantisce?" avrebbe chiesto Bucchino. E l'altro: "Denis Verdini. Ne ho parlato con lui fino alle due di questa notte".

"Io - puntualizza Bucchino - ho ascoltato e non ho detto nulla. Lui allora mi ha chiesto di pensarci su e di dargli una risposta entro 24-48 ore. Di questa faccenda poi ne ho parlato con i miei collaboratori, ho messo al corrente i miei amici e alla fine ho mandato un sms a questo esponente di Rifondazione socialista, dicendogli che non ero interessato. L'ho ringraziato e la cosa è finita lì".

Il parlamentare democratico ha deciso di non rivolgersi all'autorità giudiziaria e di aver preferito una conferenza stampa "per fare una denuncia politica. Non ho intenzione di rivelare il nome della persona che mi ha contattato. Non ho grande esperienza di queste faccende ma se venissi convocato rivelerei l'identità della persona in questione. Finora non ho voluto raccontare questa storia per un importantissimo motivo: mio padre era molto malato e avevo altro a cui pensare. Ora che purtroppo è deceduto ho denunciato l'accaduto".

Denis Verdini replica alle accuse negando di conoscere Bucchino o che qualcuno lo abbia mai contattato a suo nome. "Ancora una volta - afferma il coordinatore Pdl in una nota - si cerca di trasformare quello che dal 14 dicembre scorso è un problema politico per l'opposizione in un inesistente caso di compravendita di parlamentari. Prima ha tentato Fini, seguito a ruota dalla sinistra, oggi l'on. Gino Bucchino, cui ha subito fatto seguito Casini. Ebbene: io non so chi sia l'on. Bucchino, non so quindi chi possa averlo contattato e avvicinato a mio nome. Di certo la notizia di denaro offerto in cambio di adesioni a gruppi che sostengono la maggioranza di governo è totalmente destituita di fondamento. E avverto fin d'ora che denuncerò chiunque propaghi certe menzogne. Quanto all'on. Casini, faccia i 20 nomi che dice. Sono qui che aspetto di leggerli".

Pronta la controreplica del leader Udc. "Se Verdini intende polemizzare su una battuta fatta in Transatlantico - dice Casini - liberissimo di farlo. Per quanto mi riguarda, per costume personale ho sempre usato le armi della politica e di un'etica pubblica che l'onorevole Verdini farebbe bene a rispettare. La denuncia, assai grave, l'ha fatta l'onorevole Bucchino e a lui si rivolgano gli amici del Pdl se hanno qualcosa da dire".

Cadono dalle nuvole anche quelli di Rifondazione Socialista, il movimento politico fondato da Filippo Fiandrotti, ex deputato lombardiano torinese. Ed è proprio Fiandrotti a smentisce categoricamente. "Diffido chiunque dall'usare il nome di Rifondazione Socialista - dice, interpellato al telefono -. Bucchino? ma chi è 'sto pazzo... Quel che dice questo signore è impossibile. Rifondazione Socialista l'ho fondata io e, a onor del vero, non esiste neppure più. Siamo confluiti nel Pd come componente culturale, con Fassino e Valdo Spini". Ma allora cos'è avvenuto? "Probabilmente qualcuno usa il nostro nome per fare i comodi suoi".

Ed ecco Mario Pepe, il deputato Pdl che, per la maggioranza, ha 'orchestrato' in Transatlantico la nascita dei Responsabili: "Bucchino non è mai stato nell'elenco" di quei "malpancisti" dell'opposizione da contattare. "Non so chi è - dice Pepe -, non so dove è stato eletto, non so nemmeno che faccia ha. E poi, perché proprio ora che la maggioranza si è già rafforzata? Che senso ha?".

Anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, accorre in soccorso di Verdini. "Non conoscevo questo Bucchino e penso che dica cose assolutamente false - dichiara Gasparri -. Non fa nomi e fa delle affermazioni un po' strane".

A garantire sulla credibilità di Gino Bucchino interviene il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini. "E' una persona seria e rigorosa. La sua denuncia è un atto di coraggio e fornisce la prova della vergognosa campagna messa in atto per ricostruire numericamente una maggioranza che la politica ha già demolito".

(24 febbraio 2011)

"OLTRE". Il nuovo slogan del PD.


La nuova campagna di comunicazione
del Partito Denicratico.
Dopo esserci "rombaccati le maniche"....
è giunto il momento
di guardare

OLTRE...

i nuovi manifesti:


Calendario delle mobilitazioni democratiche.

8 marzo 2011


Idealmente in continuità con la manifestazione di domenica 13 Marzo il comitato "Se non ora quando" sta organizzando inizitive in tutto il paese. Nello stesso giorno il PD depositerà davanti a Palazzo Chigi le oltre 10 milioni firme che chiEdeno le dimissioni di Berlusconi. Segnalimo anche che in questo giorno, otto marzo, le donne potranno entrare gratis in tutti i musei.



12 marzo 2011


Il presidente del Consiglio per risolvere i suoi problemi (indagato per concussione e prostituzione minorile) vuole una giustizia a sua misura, vuole cambiare le leggi e perfino la Costituzione. Contro questa arroganza e spudorato uso personale del potere il 12 marzo si svolgeranno manifestazioni in tutta Italia. Il corteo principale sarà a Roma: ore 14:00 partenza da piazza della Repubblica.


Si festeggeranno i 150 dell'Unità d'Italia. Il Parlamanto si terrà la seduta comune in presenza del Presidente a seguire conderto diretto da Riccardo Muti. Dal Presidente della Provincia di Roma parte l'idea di esporre il tricolore ad ogni finestra in segno di una cilviltà che si ritrova attorno a valori condivisi.

MUST: grazie ai laboratori, bambini in visita al Museo.

Un museo intergenerazionale. Così era stato presentato dall'assessore alla cultura Roberto Rampi il Must di Vimercate e così sembra sempre più riscoprirsi. Sono infatti in partenza i laboratori didattici che porteranno decine di bambini in visita al museo del territorio di villa Sottocasa.(...)
Fonte MB News.


post correalto: Il MUST al TG

Nota del mattino del 24/02/'11

A cura dell'Ufficio Nazionale Circoli del PD.

1. SANGUE, PETROLIO E PROFUGHI. L’ITALIA E L’EUROPA COMINCIANO AMUOVERSI SUL DRAMMA DELLA LIBIA. MA IL COMPORTAMENTO DI BERLUSCONI HA RESO DIFFIDENTI GLI ALTRI PAESI VERSO L’ITALIA.NAPOLITANO: IL MEDITERRANEO E’ ESSENZIALE PER L’EUROPA.
Il sanguinoso tentativo di reprimere il risveglio popolare in Libia da parte del colonnello Gheddafi ha provocato un disastro umanitario: morti, feriti, distruzioni in Libia e una massa enorme di profughi in fuga verso gli altri paesi del Nord Africa ma anche verso l’Europa. Il rischio è una migrazione di dimensioni bibliche.L’Italia ha chiesto e chiede aiuto, ma il comportamento avuto da Berlusconi, dal suo governo e dalla sua maggioranza, Lega compresa, hanno reso assai diffidenti gli altri paesi, restii oggi a mettersi in gioco anche per noi. Ancora ieri, mentre il ministro Maroni presentava le proposte dell’Italia e di altri paesi del europei che si affacciano sul Mediterraneo, Umberto Bossi ha ilasciato una dichiarazione che ha fatto capire all’estero che cosa si agita in Italia: “Con tutti questi profughi, se si va ad elezioni vinciamo noi”. Tuttavia, di fronte alle dimensioni assunte da questo dramma umanitario anche l’Europa, l’Onu e le altre istituzioni internazionali si sono smosse, anche se ancora si stenta a dare una risposta all’altezza dei problemi. Oggi per esempio è prevista una riunione dei ministri degli Interni europei, alla quale parteciperà Roberto Maroni. Ma non si prevede ancora uno sbocco positivo. Fonti della presidenza ungherese hanno parlato ieri di un primo giro di orientamento, in cui sarà ascoltata soprattutto l`esposizione italiana, in vista della compilazione di «una lista di azioni concrete». Importanti saranno ovviamente le proposte presentate da Maroni e da altri cinque ministri per la creazione di un fondo per i migranti. Il problema che potrebbe impedire una rapida soluzione sarà la suddivisione degli oneri tra i diversi paesi dell’Unione. Fra i paesi nordici, Germania compresa, c`è infatti molta resistenza ad accettare il principio del «búrden sharing», soprattutto dopo le critiche all’atteggiamento tenuto dal governo italiano nei confronti del leader libico Gheddafi, difeso fino all’ultimo minuto, anche mentre aveva già dato l’ordine di bombardare i civili e mollato solo di fronte
all’evidenza della immane tragedia provocata in Nord Africa. I risultati potrebbero tuttavia arrivare quando le circostanza fossero tali da convincere Roma a presentare una formare richiesta di aiuto. Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha già ammesso «che i migranti vogliono andare in Europa, non in Italia», e che dunque la questione non riguarda un solo paese. Il portoghese ha avuto colloqui con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e col premier Berlusconi: «Chiederò agli Stati membri di mostrare solidarietà». Le stime dell`agenzia per sorveglianza dei confini Ue, Frontex, non hanno lasciato dubbi d’altra parte sulle dimensioni del problema: un numero compreso fra 500 mila e 1,5 milioni di africani, prevalentemente subsahariani che risiedono in Libia: Secondo Frontex, i flussi potrebbero essere «misti», gente che scappa dalla guerra mescolata ai terroristi. Qualora succedesse il peggio, «si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia». In un’intervista pubblicata oggi da La Stampa in vista della visita del presidente della Repubblica in Germania, Giorgio Napolitano presenta una riflessione sui ritardi dell’Europa e sulla necessità di una ripresa dell’attenzione e dell’iniziativa politica dell’Unione. Tutta l’Europa ha infatti dimostrato di essere in ritardo verso il risveglio della sponda sud del Mediterraneo. L’allargamento ad Est può aver allontanato certo l’attenzione. Ma il Mediterraneo, ha indicato il presidente in un’analisi lunga, dettagliata e che merita di essere letta, resta strategico per il futuro dell’Europa.

2. FINITA LA SCENEGGIATA DEI RESPONSABILI: LA SALVEZZA DI BERLUSCONI
DAI PROCESSI PER CORRUZIONE (ALTRO CHE RUBY, QUESTA E’ LA PAURA)
SPINGE GOVERNO E MAGGIORANZA A STRAVOLGERE LA GIUSTIZIA E
OCCUPARE IL PARLAMENTO CON LAVORI CHE NON INTERESSANO DI TUTTI
GLI ALTRI ITALIANI.
Da La Repubblica. “Offensiva a tutto campo sulla giustizia, e per salvare Berlusconi. Ripartono subito le intercettazioni e il processo breve. Decolla la riforma costituzionale su carriere e Csm. Forse cade l`azione penale obbligatoria. E si fa una nuova legge, «un restyling della Cirielli» come rivela ai suoi Niccolò Ghedini (avvocato del premier), cucita a misura sul Cavaliere: una mini-prescrizione per gli imputati incensurati che tagli di un quarto quella prevista oggi. Per condannare a morte certa i dibattimenti Mills e Mediaset e liberare il premier da una (altamente probabile) condanna per corruzione. Ma non basta ancora: per arginare la valanga del Rubygate ecco un doppio intervento della Camera, una delibera che stabilisca al di fuori di qualsiasi previsione giuridica che Berlusconi non è penalmente «procedibile», in quanto il suo è un reato ministeriale sul quale comunque Montecitorio non autorizzerebbe il processo. In aggiunta, pure un conflitto d`attribuzione davanti alla Corte costituzionale perché i pm di Milano sarebbero degli "abusivi" in quell`inchiesta che, per via della concussione, compete, semmai il reato ci fosse (e per i berlusconiani non c`è), al tribunale dei ministri”.

3. FEDERALISMO E MILLEPROROGHE. TRA CAMERA E SENATO I PASTICCI DEL
GOVERNO E DELLA LEGA PREPARANO TASSE PER I CITTADINI (E FAVORI
PER GLI AMICI).
Il senato ha vogato ieri il decreto delegato di attuazione del federalismo comunale (quello rinviato al mittente da Napolitano). Il commento di Bossi: “Lo abbiamo in tasca”. In realtà lo hanno in tasca i cittadini italiani che dovranno pagare più tasse per questo pasticcio. In ogni caso, prima di dire l’ultima parola, il decreto dovrà ripassare alla Camera e per la commissione bicamerale sul federalismo. A Montecitorio è andata in scena ieri anche la confusione della maggioranza e del governo. Il presidente della Repubblica ha rinviato indietro anche il decreto Milleproroghe, perché pasticciato, con mille interventi non previsti, tasse, balzelli, favori. Tremonti ha dovuto presentare un maxiemendamento correttivo. Lo ha fatto ieri sera, annunciando che il governo metterà la fiducia su questo testo, in modo da poter passare subito al Senato e rivotare anche lì con la fiducia. Questo provvedimento è un decreto legge: il Parlamento lo deve convertire in legge entro 60 giorni altrimenti decade; se il sì definitivo non arriva entro febbraio salta tutto. Tra le norme tagliate via, ci sono la possibilità per Roma di aumentare il numero di consiglieri comunali e assessori, l`obbligo di reclutare i lavoratori precari della scuola all`interno della stessa Provincia, la riorganizzazione della Consob. Salvate invece le nuove norme fiscali su banche e fondi di investimento, l’aumento di un curo del biglietto del cinema, il rinvio del pagamento delle multe sulle quote latte, altri favori e balzelli. Un pasticcio terribile che si scaricherà sui cittadini. Nonostante tutti questi pasticci, e tutti questi voti di fiducia, nonostante l’assenza di un reale confronto sui contenuti e la sordità della destra nei confronti delle proposte migliorative emerse nel dibattito parlamentare, è partito un nuovo mantra dai commentatori cosiddetti indipendenti: la colpa è delle opposizioni che non collaborano, che sono divise, che hanno in testa solo il problema di Berlusconi, che votano (Ricolfi oggi su La Stampa) sui provvedimenti secondo il contesto favorevole o contrario a Berlusconi.

4. TRANSFUGHI IN PARLAMENTO: CON LA LEGGE ELETTORALE CHE AFFIDA
AI SEGRETARI LA NOMINA DEI CANDIDATI SICURI ALLE ELEZIONI, MOLTI
DEGLI INCERTI SONO IN MOVIMENTO. E BERLUSCONI GIOCA
PESANTEMENTE SUL CALCIOMERCATO
.
Con la legge elettorale imposta a colpi di maggioranza da Berlusconi e da Bossi (non a caso chiamata porcellum) vengono eletti sicuramente i candidati messi in buona posizione nelle liste.E dunque sono i leader delle forze politiche che potenzialmente hanno in mano la “nomina” dei deputati. Da questa stortura sono nate diverse conseguenze. La principale è un fenomeno di massa in Parlamento che, a parte le decisioni prese per un genuino dissenso politico, ha visto spostarsi dal gruppo iniziale molti di coloro che pensano di non avere molte possibilità con l’attuale assetto di vertice dei partiti. In questo contesto Berlusconi sta giocando (lo ha già fatto nella precedente legislatura presentando offerte allettanti ai senatori che avessero lasciato Prodi) una pesante partita al calciomercato. Offerte. Ricandidature. Perfino prestiti dal Pdl al gruppo dei responsabili. Con questo metodo è tornato ad avere una maggioranza di qualche voto con la quale tentare di sopravvivere, di votare contro i processi, di modificare l’assetto della giustizia a proprio favore e di rinviare il confronto con il voto degli italiani a un momento migliore.

5. PETROLIO A 111 DOLLARI, SI CHIAMA STAGFLAZIONE LA NUOVA PAURA
PER L’ECONOMIA.

Il prezzo del Brent, il petrolio del Mare del Nord, ha sfondato i 111 dollari a barile. Gli analisti della Nomura, nome importante nel mondo dei broker e della finanza, hanno simulato ieri che cosa accadrebbe con uno stop contemporaneo e totale delle produzioni libica ed algerina: le quotazioni dell`oro nero potrebbero salire fino 220 dollari. La nuova paura dei pessimisti (anche se non se ne parla molto per prudenza) è l’innesco di un fenomeno di stagflazione: cioè l’avvio di un forte aumento dei prezzi al consumo indotto dai rincari dei prodotti petroliferi e, nello stesso tempo, una frenata forte dell’economia mondiale, già colpita dalla crisi della finanza.

6. UN FORTE VENTO DI DESTRA RIPARTE DAGLI USA: SU DEBITO E CONTRATTI DI LAVORO LA PARTITA DELLA SOPRAVVIVENZA PER I SINDACATI
AMERICANI (E PER OBAMA).
Entro pochi giorni il presidente degli Stati uniti, Barack Obama, deve ottenere il via libera del Parlamento alla sua legge di Bilancio, pena il blocco di tutte le attività: fra otto giorni, se non si trova un`intesa bipartisan per rifinanziare l’enorme debito pubblico Usa, potrebbero chiudere tutti gli uffici federali: niente stipendi pubblici, e saranno paralizzate prestazioni essenziali come il pagamento delle pensioni. Come spiegano Federico Rampini e l’economista Paul Krugman su La Repubblica di oggi, la battaglia è tutta politica. Obama non intende tagliare le spese per la scuola, l’università e l’ambiente. I repubblicani puntano a cancellare i diritti sindacali e a rilanciare la destra. Federico Rampini, La Repubblica: «Cancellare il sindacato per tagliare il debito», è il tema unificante che la destra sta cavalcando. Forti della loro avanzata nelle elezioni di novembre dove hanno trionfato in molti Stati, i governatori repubblicani usano l`allarme-bancarotta per un affondo che il Wall Street Journal definisce «il più grande attacco ai sindacati da quando Ronald Reagan spezzò lo sciopero dei controllori di volo 30 anni fa». Ad aprire l`offensiva è stato Scott Walker, governatore del Wisconsin, con un`iniziativa esplosiva: basta contrattazione collettiva nel pubblico impiego, vietato negoziare su pensioni e assistenza sanitaria. E` la cancellazione di mezzo secolo di diritti sindacali, rafforzata da una serie di misure per scoraggiare o impedire il tesseramento dei pubblici dipendenti da parte delle Union. Se non passa questa legge, Walker ha già minacciato il peggio: licenzierà subito 1.500 dipendenti pubblici. «E` il più grave assalto alla contrattazione collettiva che si ricordi nella memoria di una generazione», lo definisce il NewYork Times, aggiungendo che questo è «un colpo al cuore per il movimento dei lavoratori». La reazione è stata proporzionale. Da una settimana le scuole del Wisconsin sono chiuse, la capitale dello Stato (Madison) è paralizzata dai cortei sindacali”…..” L`esempio di Scott Walker fa scuola in altri Stati: in Ohio, Indiana, perfino nel Michigan che è sede dell`industria dell`auto, i repubblicani propongono leggi analoghe contro i diritti sindacali. Guarda caso l`epicentro sono gli Stati del Midwest cruciali per la rielezione di Obama nel 2012. E si scopre che dietro l`offensiva contro il sindacato c`è la regìa dei soliti noti: Walker e gli altri governatori repubblicani hanno ricevuto generosi finanziamenti dai fratelli Charles e David Koch, i potenti miliardari amici dell`estrema destra. I Koch sono proprietari di un impero economico (dal petrolio alla chimica) che boicotta sistematicamente le riforme di Obama e foraggia il movimento anti-Stato del Tea Party”….” Ron Blackwell, chief economist della più grande confederazione sindacale, Afl-Cio, dice che «il piano per mettere fuori legge la contrattazione collettiva nel pubblico impiego è una minaccia mortale per noi, siamo alla battaglia perla sopravvivenza».

LIBIA: orrore fosse comuni. Già 10.000 i morti. Italia impreparata all'emergenza.


Nonostante le numerose defezioni dell'esercito il Colonello ad un passo dal tracollo, chiuso nel suo bunker, comanda la carneficina ai danni del popolo libico perpetrata delle milizie e dei mercenari. I morti sono gìà diecimila. Fosse comuni sulle spiagge.

Obana interviene: violati i diritti umani. Il Mondo abbia una sola voce. Per ora nessuna iniziativa concreta.

Frattini e Maroni si appellano all'Europa: non può lasciarci soli.

L'italia è manifestamente impreparata per sostenere l'onda d'urto di rifugiati che presto si riverserà sulle nostre coste. Disponiamo solo di stime. Si parla (nella migliore delle ipotesi) di un primo flusso di 300.000 persone.
Il video di Youdem - Pd in visita al Cie di Lampedusa-.




Qui puoi firmare il messaggio "LIBIA FERMATE LA REPRESSIONE" da inviare al Consiglio di Sicurezza dell'ONU e alle autorità europee.

FEDERALISMO: un tanto al chilo, purchè si faccia!

La lega ostinata impone la sua volontà e a tutti i costi fa votare una risoluzione al Senato e alla Camera ci sarà la fiducia. Approveranno un federalismo che aumenta le tasse, fa tornare l'ICI, imposta di soggiorno e quella di scopo. Sarà un federalismo "alla carlona", che metterà le mani nelle tasche degli italiani, favorirà la corruzione amministrativa, mortificando i comuni, in particolare gli amministratori virtuosi.

Lunedì 28/02 a Monza il PD durante un incontro pubblico affroterà il tema:
"GLI EFFETTI DEL FEDERALISMO IN BRIANZA".
Presenti i parlamentari: Mazzucconi, Mosca, Farinone.


La locandina preparata dagli amici
del Circolo di Bernareggio.

Per ingrandire cliccare sopra.
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