7 luglio 2012

AMIANTO, ARRIVA LA LEGGE

Si voterà nel prossimo consiglio regionale. Ma per il Pd, che presenta un video su Broni, servono più risorse

In Lombardia l'amianto ha gli anni contati. Ma solo se ci saranno adeguati incentivi o vincoli di obbligatorietà. E purtroppo potendo almeno fare il meglio, da un punto di vista sanitario, per tutti coloro, lavoratori e famigliari, che sono stati colpiti dalle malattie correlate all'esposizione alle famigerate fibre.
Lo sostiene il Gruppo regionale del Pd che segue da vicino la questione e ha deciso di votare convintamente la nuova legge in materia, le 'Norme per il risanamento dell'ambiente, bonifica e smaltimento dell'amianto', sintesi dei due progetti presentati dai gruppi consiliari.
Voto favorevole in commissione Ambiente, pur con delle specifiche che, se non saranno sistemate nel testo quando la prossima settimana giungerà in Aula, verranno ripresentate anche sotto forma di emendamento; raccomandazioni di aumentare le risorse in commissione Bilancio, quando si è trattato di votare la norma finanziaria che metterà a disposizione un milione di euro.

"Pur non mettendo in discussione la validità della legge, le nostre proposte mirano a garantire la piena applicabilità a partire da subito e a sancire, in modo sempre più chiaro, il fatto che il nostro impegno per assicurare l'adeguato finanziamento non si ferma certamente con l'approvazione della norma stessa", tiene a sottolineare Giuseppe Villani.
Nessun dubbio sulla bontà della legge, comunque: "Siamo riusciti a tenere insieme tutti gli aspetti che riguardano l'amara vicenda dell'amianto: quelli sanitari, quelli ambientali e quelli legati a smantellamento e smaltimento -spiega Villani -. E noi abbiamo votato con convinzione questo nuovo strumento. Tuttavia, abbiamo chiesto che le zone più critiche della Lombardia, come l'ex Fibronit di Broni o tutte le aree ex industriali di Sesto San Giovanni, e non solo, siano tenute sotto controllo in modo particolare e che con le Asl si possano garantire adeguate strutture sanitarie, naturalmente con gli opportuni finanziamenti".
Inoltre, un'altra delle proposte del Pd "è di cercare di far sostituire le coperture di amianto con il fotovoltaico. E' un modo per dare incentivi a privati e aziende che in questo momento troverebbero costosissimo intervenire da soli. Bisogna fare un ragionamento molto serio sull'incentivazione perché la legge, che prevede di attuare il Pral, il Piano regionale amianto Lombardia, in scadenza tra pochi anni, nel 2016, non pone nessun vincolo di obbligo".
L'urgenza è sulla porta di casa, d'altra parte. Lo racconta il collega Pippo Civati che, con Villani, ha girato un video documentario nel sito di Broni, in provincia di Pavia, che pare abbia fatto più danni e vittime di quello piemontese di Casale Monferrato, se non altro perché ha chiuso i battenti due anni dopo e dove il percorso processuale di riconoscimento è appena iniziato.
"Le bonifiche a Broni costano 30 milioni di euro e per il momento ne sono arrivati solo 6 - racconta Civati -. E' evidente che serve un impegno del Ministero dell'Ambiente, ma anche Regione Lombardia deve fare la sua parte". Ad esempio, dice Civati, "nell'individuazione delle discariche che diventeranno indispensabili quando partiranno le bonifiche, dovranno avere una dimensione adeguata e forse potrebbero essere tarate sull'autosufficienza territoriale. Ma dobbiamo anche guardare alle nuove tecniche di smaltimento, incentivando la ricerca e la sperimentazione".
Nel video è ben evidente poi l'aspetto privato della vicenda: "Il picco di morti di questa incredibile tragedia italiana non è ancora arrivato per Broni - rendono noto gli esponenti del Pd - ed è atteso per il 2020".




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