19 ottobre 2012

Sulbiate: il filo, la filanda, la matassa - 1 -



Tra le tante questioni locali che proveremo a  seguire con molta attenzione per i prossimi mesi, ci sarà certamente l’argomento: “Recupero vecchia Filanda di Sulbiate”.

 Foto a lato: aspo dell'800, utensile domestico usato per avvolgere il filo e formare una matassa.

 Lo faremo  con mota umiltà e con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione, con l’auspicio di fornire il maggior numero di informazioni possibili ai  nostri lettori, in modo che possano farsi un idea un po’ più precisa e comprendere meglio che cosa sta realmente accadendo.

Chiunque avrà  la possibilità se  lo riterrà opportuno, attraverso i commenti ai nostri post, di animare e partecipare liberamente alla discussione.


Un lettore disinformato leggendo l’articolo in edicola questa settimana del  Giornale di Vimercate firmato dal  sig. Rodrigo Ferrario dal titolo :“Arrivano i fondi, l’ex Filanda diventa una scuola professionale” potrebbe incorrere nell’errore di giudicare il capitolo chiuso e di convincersi che tutto si  sia stato risolto brillantemente e felicemente. E' veramente così?
  
Cercheremo, quindi,  di riprendere il “filo” del discorso che ormai dura da diversi anni; racconteremo delle “filande” e dell’importanza che questi piccole officine hanno rivestito in un recente passato per la nostra comunità, con la speranza di dipanare  al meglio la “matassa” ahinoi molto intricata delle tante parole, promesse e speranze fin qui consumate.  Solo in questo modesto blog digitando la parola “filanda”  nell’apposita casella della colonna a lato scoprirete che ricorre in più di trenta nostri interventi.
Esortiamo chiunque avesse  informazioni, documenti, notizie particolari a riguardo, che ritenga possano essere pertinenti allo scopo di questa modesta inchiesta, ma ancora di più utili ad informare i cittadini di Sulbiate, a non esitare e condividerle con noi.

Potete contattare la Redazione lasciando un messaggio al seguente indirizzo e-mail : pdsulbiate@alice.it

Iniziamo questo viaggio partendo dal passato e accompagnati dalle parole  di un' antica popolare canzone che secondo il libro di Maurizio e Claudio Leoni Sulbiate l’albero le radici. La sua storia”,  era spesso cantata dalle donne che lavoravano in filanda: 



“Se a matìn bon’ora si sentono cantare,
saran le filandere che vanno a lavoràr,
che vanno a lavoràr.
Oh giovanotti cari se volete far l’amore
andii su dale filère l’amore la farii, l’amor la farii.
No’ stè a guardà i colori, no’ stè a guardà le mani
l’è u’l fumm dela caldera ch’el ghe fa màa ai tusànn,
ch’el ghe fa màa ai tusànn.
S’el che fa maà ai tusànne, s’el che fa maà alle donne
e quant s’impiega tanto l’amor non la farii, l’amor non la farii.
Se la galeta l’è bruta non si può fare a meno
 e l’assistenta la vusa tusonn laseè  andaa i ascc
tusonn lassè andaa i ascc.
Se va maa ul pruvènn l’è una multa, l’è una multa,
se va maa ul pruvenn l’è una multa d’un cavurenn,
se gh’è soeu i grimeì, l’è una multa, l’è una multa,
 se gh’è soeu i grimèi l’è una multa de cinquanta gheì".


Da "Sulbiate l'albero e le sue radici. La sua storia" 
Maurizio e Claudio Leoni

Sulbiate:  il filo, la filanda, la matassa. Post n°1.

Pubblicato da M. Sarchielli 

1 commento:

  1. ottimo vorrei poter saperne di più, vi seguirò volentieri. Lorenza

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