Abbiamo
ancora davanti le intemperanze degli anni scorsi, quando Brunetta e
Tremonti parlavano di cultura e spettacolo come di un impiccio, a cui
togliere fondi pubblici e non incentivare quelli privati. «Con la
cultura non si mangia», ebbe a dire il disgraziato ministro
dell’Economia, ignaro o dimentico di un intero settore produttivo del
Paese, quello che sfrutta i tesori ereditati e i capolavori
dell’intelletto umano: rappresentazioni tipiche di una destra plebea e
massificante, in perenne debito perfino con l’introiezione consapevole
degli aspetti migliori di un portato veramente popolare. La sinistra di governo,
una volta che sarà liberata dalle larghe intese e potrà esprimersi
compiutamente, dovrà prendere e fare l’esatto opposto di quanto il
berlusconismo abbia prodotto nel ventennio, in tutte le materie ma
soprattutto in questa: cominciando col contrapporre alla mistica dell’everyman la
valutazione dell’assetato di conoscenza, contrastare l’agevolazione del
degrado con il recupero, la qualità, la nuova produzione.
23 novembre 2013
LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 43 del 23 novembre 2013
Vendere ST è un errore graveIl
piano di dismissioni annunciato dal Governo Letta è da analizzare con
grande cautela. Rinvio al bell'articolo di Mucchetti di ieri sull'Unità
ed a quello ancor più 'pepato' di Giulio Sapelli sul Messaggero di oggi.
Mi soffermo quindi solo sul caso ST di cui ho già scritto la scorsa
settimana, paventando quanto ora reso ufficiale: l'intenzione del
governo di vendere la partecipazione, oggi paritaria con quella
francese. Già la cessione di un ramo aziendale all'americana Micron sta
favorendo la migrazione dei brevetti e della ricerca negli USA, con
perdita di posti di lavoro. Il socio francese, dal canto suo, esercita
bene il proprio ruolo a difesa degli impianti nazionali. Da noi la
politica industriale la si invoca solo nei convegni.
La settimana in RegioneIl
Consiglio Regionale ha istituito la Festa della Lombardia: d'ora in
avanti celebreremo il 29 maggio, giorno della battaglia di Legnano. I
grillini hanno votato a favore. Il PD non ha partecipato alla votazione.
Nel calendario d'aula stilato a settembre la seduta del 19 novembre
avrebbe dovuto essere dedicata al nostro progetto di legge sui contratti
di solidarietà. La maggioranza ha ritenuto più urgente salire sul
Carroccio, che già Mameli aveva però assurto a simbolo dell'Unità del
Paese "Dall'Alpi a Sicilia, Dovunque è Legnano"
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