Bersani: "Anche la politica deve guarire"
Colloquio con Pier Luigi Bersani di Claudio Sardo - L'Unita
Pier Luigi Bersani sta bene. È dimagrito ma l'ho visto
mangiare con appetito, rendendo il giusto onore a quegli straordinari
tortelli piacentini fatti in casa. Sulla testa sono ormai pallidi i
segni dell'operazione che ha bloccato la sua emorragia cerebrale:
bisogna cercarli per riconoscerli. Gli sono pure ricresciuti i capelli
(dove possono). Da quella drammatica mattina del 5 gennaio non ha più
fumato: «Nessuno me lo ha imposto, ma visto che c'ero...». Il suo volto,
le reazioni, lo sguardo sono quelli di sempre. E così la voglia di
scherzare, che penso sia diventata per lui una sorta di autodisciplina,
un modo per darsi un limite, per non prendersi mai troppo sul serio.
I
collegamenti con Roma tornano a farsi giorno dopo giorno più intensi,
soprattutto attraverso il telefonino che ronza nonostante la moglie
Daniela fulmini quell'oggetto con gli occhi. La passione per la politica
resta per lui una carica vitale. S'arrabbia nel parlare delle cose che
non gli sono piaciute in questi giorni, a partire dai modi con i quali
Renzi ha scalzato Letta e imposto, con la forza, il suo governo senza
aver dato una spiegazione compiuta.