Care amiche e cari amici, per la serie Com'è andata a finire, ecco gli ultimi aggiornamenti sui lavori in Aula al Senato:
Riforma delle banche popolari:
erano nate come società cooperative di credito, in cui vigeva il
principio una testa un voto e servivano a dare credito alle piccole e
medie imprese del territorio, anche con spirito mutualistico. Tanto
tempo fa. Ora molte banche popolari si atteggiano a enti di credito come
tutti gli altri, con il difetto che il voto capitario spesso consolida
opachi meccanismi di potere personale molto difficili da rimuovere (vedi
il caso della Popolare di Milano qualche anno fa). Per questo ho votato
a favore del decreto legge n.3 del 2015 che impone loro di trasformarsi in società per azioni se hanno un attivo superiore a 8 miliardi di euro.
Lo stesso decreto contiene (art. 2) anche il recepimento di una mia
storica battaglia, quella della sostanziale gratuità della portabilità
dei conti correnti. Ne vado fiera. Nello stesso decreto ci sono anche
agevolazioni per le start up innovative (art. 4).
Ddl Grasso contro la corruzione: il Senato ha approvato e mandato alla Camera (anche qui con il mio voto favorevole, anche se non entusiasta) un provvedimento
che innalza le pene per diversi reati, primi fra tutti corruzione e
associazione mafiosa. Bene. Poi subordina la concessione della pena
patteggiata alla restituzione dei profitti ottenuti con la corruzione.
Bene. Sul falso in bilancio – perdonatemi il bisticcio – è stato invece
fatto un passo falso. Viene – sì – reintrodotto ma con una formulazione
contraddittoria e confusa, che renderà il reato di difficile
applicazione. Si dice che il falso dovrà essere ‘rilevante’ ma non si
specificano i parametri di quella rilevanza. Un falso potrà essere
rilevante a Milano ma non a Torino, per esempio.
Divorzio breve: il Senato ha anche approvato il c.d. divorzio breve che
riduce i tempi della previa separazione dei coniugi da 3 anni a 6 mesi,
se la separazione era stata consensuale, 12 mesi, se era stata
giudiziale. | |