COLPO DI TEATRO
Il presidente ha annunciato in extremis la sua non ricandidatura. All'ultimo giorno, all'ultima ora: un vero coup de theatre, come dicono i francesi. Ha scelto questa strada per non far deflagrare una maggioranza e una Lega che da mesi trovavano ogni motivo per litigare, anche se, e a loro va dato merito, fuori dai palazzi del potere non è mai trapelato nulla. Su questo argomento, purtroppo, abbiamo molto da imparare...
I motivi "di carattere personale" non convincono nessuno e ognuno ci ricama su quello che vuole e che solo il futuro potrà confermare.
Di certo la decisione va colta come un segnale di debolezza per una coalizione convinta fino a ieri di stravincere sotto le bandiere di Maroni e dietro si legge molta improvvisazione. Per di più il giorno dopo si è palesata sui giornali la guerra, mai sopita, dei "fratelli coltelli" Maroni e Salvini. Sfruttare queste divisioni, che per noi diventano opportunità, è un dovere per i competitors in politica. Lo dobbiamo fare assolutamente perché il campo di battaglia è una Regione che non si merita altri sfracelli.
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